Non c’è trippa per gatti è un’espressione idiomatica italiana molto utilizzata, ma perché si dice così? Scopriamolo insieme.
L’espressione “non c’è trippa per gatti” è molto utilizzata ma sono poche le persone che ne conoscono l’origine. Scopriamo allora tutto quello che c’è da sapere su questo modo di dire italiano.
- Origini: non è sicura l’origine dell’espressione, ma si ritiene che sia nata all’inizio del Novecento grazie all’allora sindaco di Roma Ernesto Nathan.
- Quando si usa: vuole dire che “non ce n’è per nessuno” oppure che non c’è speranza di raggiungere uno specifico obiettivo.
- Lingua: italiano.
- Diffusione: in Italia.
Non c’è trippa per gatti: perché si dice così?
L’espressione idiomatica italiana “non c’è trippa per gatti” ha origini incerte. Molti ritengono che i suoi natali siano legati al Sindaco del Comune di Roma dal 1907 al 1913: Ernesto Nathan. Il Primo Cittadino è divenuto famoso soprattutto per il modo in cui ha fatto tagli finanziari del bilancio pubblico.
Il sindaco, mentre controllava il piano finanziario del Comune di Roma, ha notato una spesa chiamata “frattaglie (trippa) per gatti”. Il municipio, all’epoca, pagava infatti il cibo per nutrire i gatti che vivevano nelle colonie feline cittadine in quanto questi animali davano una mano nella lotta contro i topi.
Ernesto Nathan decise però di annullare queste spese. Secondo quanto si racconta, il sindaco scrisse sul bilancio “non c’è trippa per gatti”.
Esempi d’uso
Ecco allora alcuni esempi d’uso in casi pratici per capire meglio qual è il significato di questa espressione:
“Mi dispiace ma non c’è trippa per gatti per oggi: non ho proprio voglia di uscire con questo caldo!”.
“Vorrei molto aiutarti, ma in questo momento non c’è trippa per gatti: sono troppo impegnato attualmente”.
“Quando gioca Zlatan Ibrahimovic on c’è trippa per gatti: nonostante la sua età, è chiaro che faccia ancora oggi una grande differenza in campo”.